Le dimostrazioni risuonano in tutta Europa mentre i richiami per giustizia e solidarietà con la Palestina echeggiano per le strade delle principali città. Da Stoccolma a Sarajevo, da Londra a Madrid, un’ondata di proteste attraversa il continente, denunciando le azioni di Israele a Gaza, in Libano e in Iran. Il popolo ha parlato, chiedendo un immediato cessate il fuoco e la fine della complicità di fronte a una percepita ingiustizia.
Nel cuore di Stoccolma, dove le voci si alzavano all’unisono con le bandiere palestinesi e libanesi sventolate, le parole dell’attivista Eva Myrdal penetravano l’aria fredda come un faro di sfida: “Il colonialismo e la pulizia etnica di Israele violano i principi stessi sanciti nella Carta dell’ONU.” La sua critica si estendeva oltre Israele, condannando l’allineamento della Svezia con le agende imperialiste propagate dagli Stati Uniti e dalla NATO.
Sarajevo è stata testimone di una forma unica di solidarietà attraverso l’arte e l’attivismo nella Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Tra le strade bagnate dalla pioggia, i bosniaci si sono uniti, portando simboli di resistenza contro l’oppressione. L’attrice Hasija Boric ha tracciato paralleli tra le lotte passate di Sarajevo e il tumulto attuale della Palestina, enfatizzando esperienze condivise di resilienza.
La marcia sfidante di Londra ha mostrato un sostegno incrollabile per la Palestina mentre oltre 125.000 persone si radunavano contro le vendite di armi del Regno Unito a Israele davanti all’ufficio del Primo Ministro Keir Starmer. In mezzo ai cori che dichiaravano “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”, l’attore Khalid Abdalla ha evidenziato un’alleanza crescente all’interno dei circoli culturali a favore della giustizia. Nonostante le contro-proteste pro-Israele abbiano causato tensioni, lo spirito di solidarietà ha prevalso.
Nel frattempo, la Spagna ha risuonato con richieste di fine del conflitto a Gaza mentre migliaia di persone scendevano in strada a Madrid, Barcellona e Siviglia. La Rete di Solidarietà contro l’Occupazione della Palestina (RESCOP) ha guidato queste manifestazioni chiedendo un’immediata interruzione del commercio di armi con Israele. La presenza della leader di Podemos, Ione Belarra, ha sottolineato il sostegno politico a questa causa, evidenziando l’urgenza di un’azione contro le aziende che traggono profitto dalla sofferenza umana.
Con le proteste che continuano a diffondersi attraverso le capitali europee come onde che si infrangono su coste rocciose, il 1° dicembre, una verità rimane chiara: i cittadini comuni stanno sfruttando la loro voce collettiva per sfidare l’inerzia politica e richiedere responsabilità su scala globale. Questo momento trascende i confini; simboleggia un impegno condiviso verso il rispetto dei principi di giustizia e umanità in tempi turbolenti.