La fraternità tennistica globale è in fermento per la notizia dell’accordo di sospensione di tre mesi del numero uno al mondo, Jannik Sinner, con l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA). Il caso, che era programmato per il processo presso il Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) a Losanna il 16 e 17 aprile, avrebbe potuto culminare nell’assoluzione di Sinner o in una sospensione che andava da uno a due anni.
Sinner, tre volte campione del Grande Slam, era stato precedentemente assolto da tutte le accuse dall’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis (ITIA). Tuttavia, il giovane asso italiano, originario di Sesto Pusteria, è stato persuaso dal suo team legale ad accettare questo accordo con la WADA, citando molteplici motivi.
La preoccupazione principale era l’incertezza che circondava la sua assoluzione da parte del CAS a Losanna. Si prevedeva che il verdetto avrebbe richiesto ulteriori mesi, aumentando lo stress emotivo del giocatore. Desideroso di mettere alle spalle questa fase turbolenta, Sinner ha accettato la proposta che lo escluderebbe dal tennis professionistico fino al 4 maggio. Questa tempistica gli consente di competere nei tornei del Rome Masters 1000 e di Roland Garros.
L’accordo ha scatenato una serie di reazioni tra i giocatori e gli addetti ai lavori. Un sentimento comune è che l’accordo sia eccessivamente indulgente nei confronti di Sinner, poiché non gli impedisce di competere in nessun torneo Major.
Fritz Sorgel, direttore dell’Istituto di Norimberga, ha condiviso la sua prospettiva sul caso in corso in un’intervista approfondita con ‘Sport1’. Ha sollevato diverse domande pertinenti che rimangono senza risposta: “Perché il team di Sinner possedeva uno spray contenente uno steroide anabolizzante etichettato come ‘doping’ in prossimità del numero uno al mondo? Perché il fisioterapista di Sinner ha usato così tanto spray sul suo dito da far sì che Jannik risultasse positivo due volte al Clostebol? Questa narrazione sembra molto lontana dalla realtà.”
Sorgel mette ulteriormente in discussione l’affermazione della WADA secondo cui le prestazioni di Sinner non sono state migliorate dalla sostanza. Sostiene: “Il Clostebol si infiltra nei muscoli e accelera la rigenerazione. Questo offre un vantaggio significativo in uno sport fisicamente impegnativo come il tennis.”
Il caso Sinner continua a alimentare il dibattito, invitando a un’analisi delle procedure e delle decisioni delle agenzie anti-doping. Mentre il mondo del tennis attende il ritorno del giovane campione, l’incidente serve come un chiaro promemoria dell’importanza dell’integrità sportiva.