Matteo Berrettini, la sensazione del tennis italiano, ha rivelato candidamente la sua natura autocritica e le lotte interne che affronta sul campo. Conosciuto per la sua straordinaria carriera nel tennis, Berrettini ha trovato la sua dimensione tra il 2021 e il 2022, quando è arrivato alla finale dei Campionati di Wimbledon e a diverse semifinali di Grand Slam. L’unico Grand Slam che il prodigio tennistico italiano deve ancora conquistare è Roland Garros, dove non è ancora stato semifinalista.
Tuttavia, la strada verso il successo non è stata facile per Berrettini. Le sue prestazioni negli ultimi anni sono state segnate da infortuni, che hanno portato alla sua assenza da diversi tornei e hanno influenzato il suo gioco. Nonostante questi ostacoli, l’ex numero 6 del mondo ha dimostrato una resilienza notevole. È tornato in auge nell’ultimo anno, vincendo tre trofei nel 2024 in tornei di seconda fascia, e ha riacquistato una posizione nella Top 30 dell’ATP quest’anno.
Attualmente, il 28enne originario di Roma sta dimostrando una notevole abilità sul campo da tennis. Le sue partecipazioni ai quarti di finale sia a Doha che a Dubai ne sono la testimonianza. Inoltre, l’ATP 500 in Qatar ha visto Berrettini raggiungere un traguardo personale, superando la leggenda del tennis Novak Djokovic nel primo turno.
Berrettini, conosciuto per la sua personalità calorosa e l’intelligenza fuori dal campo, è recentemente apparso nel podcast ‘Tintoria’ condotto da Stefano Rapone e Daniele Tinti. Durante la conversazione, ha confessato di essere troppo severo con se stesso mentre gioca. Ha rivelato: “Ho sempre trattato gli altri meglio di come tratto me stesso. Questo approccio mi ha spinto a certi livelli, quindi ho paura di attenuarlo.”
In uno sport come il tennis, dove le scuse e le giustificazioni abbondano, Berrettini ha imparato a non cercare mai alibi. Ha aggiunto ulteriormente: “Devi essere un robot. La persona che disprezzo di più quando gioco sono io; dovrei perdonarmi di più.”
Lo scorso anno, Berrettini ha svolto un ruolo cruciale alle Finali di Coppa Davis a Malaga, che ha portato l’Italia a conquistare il trofeo per il secondo anno consecutivo. La sua natura autocritica, unita al suo talento eccezionale, continua a plasmare la sua carriera e il suo approccio al gioco. Offrendo uno sguardo nella mentalità di un atleta di alto livello, le rivelazioni di Berrettini sottolineano la forza mentale necessaria negli sport professionistici.