In un’incredibile svolta degli eventi, il Regno Unito ha segnalato il suo primo caso di influenza aviaria in una pecora, uno sviluppo che ha inviato onde d’urto nella comunità agricola. Questa scoperta sorprendente è stata fatta nello Yorkshire durante controlli di routine, secondo il Dipartimento per l’Ambiente, il Cibo e gli Affari Rurali e l’Agenzia per la Salute Animale e Vegetale.
La pecora infetta, identificata attraverso ripetuti test del latte, faceva parte di un’azienda già nota per avere influenza aviaria in uccelli in cattività. Fortunatamente, le autorità hanno confermato che non sono state rilevate ulteriori infezioni nel resto del gregge, assicurando al pubblico che non c’è una minaccia immediata per la popolazione zootecnica più ampia. Tuttavia, la Chief Veterinary Officer del Regno Unito, Christine Middlemiss, ha emesso un avvertimento severo ai custodi di animali, esortandoli a mantenere un’attenzione elevata nel monitoraggio dei loro animali.
Questa rivelazione arriva in un contesto di maggiore scrutinio sugli animali da allevamento a causa di un catastrofico focolaio di influenza aviaria negli Stati Uniti. Oltre Atlantico, il virus ha devastato più di 166 milioni di uccelli dal 2022, con l’infezione che si è persino diffusa nel bestiame da latte in 17 stati, portando a un’impennata dei prezzi delle uova.
All’inizio di questo mese, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura ha lanciato allarmi riguardo al rapido espandersi dell’epidemia di H5N1, etichettandola come “senza precedenti” e sottolineando le sue gravi ripercussioni sulla produzione alimentare, sull’occupazione rurale e sui prezzi al consumo.
In mezzo a questi sviluppi, il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha proposto una strategia controversa per consentire al virus di diffondersi tra le fattorie per identificare potenzialmente gli uccelli immuni. Questa proposta è stata accolta con critiche a causa delle preoccupazioni che potrebbe aumentare la minaccia del virus per gli esseri umani.
Nel frattempo, le autorità sanitarie dell’Unione Europea hanno segnalato la presenza del virus nei gatti domestici e nei carnivori selvatici per la prima volta dalla primavera del 2024, indicando una tendenza allarmante del virus che si diffonde nei mammiferi.
Gli scienziati di tutto il mondo sono in massima allerta poiché il virus dell’influenza aviaria mostra trasmissione e adattabilità tra specie, sollevando il timore di un potenziale spillover umano e di una successiva minaccia pandemica. Mentre il mondo affronta questi sviluppi in corso, la necessità di un monitoraggio rigoroso e di soluzioni innovative non è mai stata così critica.