La controversia in corso riguardante il divieto di doping di tre mesi del tennista numero 1 al mondo Jannik Sinner ha polarizzato il mondo dello sport, con un ampio spettro di opinioni che emerge su questo intricato caso. Sinner, che è risultato positivo al steroidico anabolizzante clostebol nel marzo dell’anno precedente, ha ottenuto una sospensione dalla International Tennis Integrity Agency (ITIA), che ha accettato la sua giustificazione per la presenza della sostanza nel suo corpo.
Tuttavia, la World Anti-Doping Agency (WADA) ha contestato questa decisione, facendo appello al Tribunale Arbitrale dello Sport e spingendo per un divieto di due anni. Questo ha infine portato a un compromesso con Sinner e il suo management, portando all’attuale pausa di tre mesi per il campione dell’Australian Open e degli US Open. Questa risoluzione ha suscitato scetticismo da varie parti, nonostante il consulente generale della WADA, Ross Wenzel, sostenga che la punizione fosse adeguata per l’infrazione.
Wenzel, parlando a BBC Sport, ha sottolineato che questo caso era lontano dal doping deliberato. Ha evidenziato le conclusioni scientifiche che hanno scartato qualsiasi intento o microdosaggio da parte di Sinner. Secondo lui, le reazioni miste alla sanzione—alcuni la considerano eccessiva, altri insufficiente—possono suggerire che il verdetto fosse giusto, anche se non universalmente accettato. La WADA, ha sottolineato, esamina tali casi attraverso una lente tecnica e operativa, piuttosto che essere influenzata da opinioni pubbliche o politiche.
La comunità tennistica, sia ex che attuali giocatori, ha liberamente espresso le proprie opinioni sul divieto di Sinner. Notoriamente, la sospensione è programmata in modo tale che Sinner non salterà alcun Grand Slam e sarà di ritorno in tempo per il Masters di Roma in Italia. La superstar del tennis Novak Djokovic è tra coloro che hanno espresso dubbi sul processo che ha portato al divieto di tre mesi di Sinner.
In contrasto, Dani Vallverdu, che in precedenza ha allenato Andy Murray, crede che l’italiano in difficoltà meriti supporto, non censura, dalla fraternità del tennis. Vallverdu, che è stato con Murray durante la sua vittoria inaugurale a Wimbledon nel 2013, insiste sul fatto che è giunto il momento di unirsi a Sinner, dato che sia l’ITIA che la WADA hanno concluso che non c’era doping intenzionale coinvolto.
Vallverdu ha espresso la sua delusione per la mancanza di collegialità mostrata nei confronti di Sinner, sottolineando che l’attenzione dovrebbe essere rivolta all’analisi delle procedure e dei regolamenti dell’agenzia Antidoping, invece di vittimizzare il giocatore. In una dichiarazione, ha testimoniato l’innocenza di Sinner, avendolo conosciuto sin dalla sua adolescenza, e ha criticato le agenzie Antidoping per la loro gestione incoerente e imprecisa dei recenti casi di tennis. Vallverdu crede fermamente che non ci dovrebbe essere stata alcuna sospensione in primo luogo e esorta Sinner e la sua squadra a rimanere forti in questi tempi difficili.
Sebbene Sinner non abbia confermato la sua partecipazione all’imminente Roma Masters, il tempismo del suo ritorno suggerisce che questo torneo potrebbe essere la sua occasione di ritorno. I suoi obiettivi sono anche orientati a conquistare il suo primo titolo agli Open di Francia a Roland Garros, previsto per maggio.