Il grasso viscerale, il grasso nascosto immagazzinato in profondità nell’addome, potrebbe essere un predittore precoce della malattia di Alzheimer, con nuove ricerche che suggeriscono un legame tra questo tipo di obesità e l’accumulo di proteine cerebrali associate alla malattia. I risultati, presentati all’incontro annuale della Radiological Society of North America (RSNA), rivelano che il rischio potrebbe manifestarsi fino a 20 anni prima che compaiano i sintomi.
Il Legame Tra Grasso Viscerale e Alzheimer
Un team di ricercatori dell’Istituto di Radiologia Mallinckrodt della Washington University ha studiato 80 partecipanti di mezza età, con un’età media di 49 anni, senza compromissione cognitiva. Utilizzando risonanze magnetiche (MRI) e scansioni PET, hanno esaminato la relazione tra i tipi di grasso corporeo e le proteine associate all’Alzheimer come le placche di amiloide e i grovigli di tau.
“Un maggiore grasso viscerale o nascosto nell’addome è il predittore più importante dell’accumulo di amiloide a livello cerebrale e delle proteine tau precocemente,” ha spiegato la Dr.ssa Mahsa Dolatshahi, autrice principale dello studio. Queste proteine sono noti segni distintivi dell’Alzheimer e spesso compaiono anni prima che il declino cognitivo diventi evidente.
Altri tipi di grasso, incluso il grasso sottocutaneo (il grasso sotto la pelle) e il grasso epatico, non hanno mostrato alcuna associazione significativa con le patologie correlate all’Alzheimer.
Il Ruolo della Salute Metabolica
Lo studio evidenzia anche come la salute metabolica contribuisca al rischio di Alzheimer. I partecipanti con una maggiore resistenza all’insulina e livelli più bassi di lipoproteine ad alta densità (HDL), o “colesterolo buono”, avevano maggiori probabilità di avere livelli elevati di placche amiloidi nei loro cervelli. “Gestire il rischio di Alzheimer nell’obesità dovrà coinvolgere il targeting dei problemi metabolici e lipidici correlati,” ha affermato l’autore senior Dr. Cyrus A. Raji.
Il grasso viscerale, che circonda organi critici, è già collegato all’infiammazione e a malattie croniche come il diabete e problemi cardiovascolari. Secondo il neurologo Dr. Earnest Lee Murray, che non è stato coinvolto nello studio, “I cambiamenti infiammatori causati dal grasso viscerale sembrano estendersi al cervello, aumentando il rischio di Alzheimer.”
Una Strada da Seguire per la Prevenzione
Con quasi tre quarti degli americani classificati come sovrappeso o obesi, i risultati hanno importanti implicazioni per la salute pubblica. Circa 6,9 milioni di americani di età pari o superiore a 65 anni vivono attualmente con l’Alzheimer, un numero che si prevede raddoppierà entro il 2050.
“Questi risultati suggeriscono che interventi precoci come cambiamenti nello stile di vita o farmaci per la perdita di peso potrebbero ridurre i problemi di flusso sanguigno cerebrale e abbassare il carico dell’Alzheimer,” ha osservato Raji. L’esercizio regolare, una dieta sana e la gestione di condizioni come il diabete e l’ipertensione sono strategie comprovate per ridurre il rischio di demenza, secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie.
Limitazioni e Ricerca Futura
Nonostante le sue promesse, le limitazioni dello studio includono una dimensione del campione ridotta e il suo design trasversale, che non può confermare se gli individui con grasso viscerale e marcatori di Alzheimer svilupperanno sintomi. “Abbiamo bisogno di ulteriori studi utilizzando scansioni PET per esplorare il ruolo del grasso corporeo nella malattia di Alzheimer,” ha detto Dolatshahi.
I ricercatori stanno anche esplorando se i farmaci per la perdita di peso come i farmaci GLP-1 potrebbero svolgere un ruolo nella riduzione del grasso viscerale e nel miglioramento della salute cerebrale. “Questo studio rafforza l’importanza di affrontare i fattori di rischio precocemente piuttosto che aspettare che si sviluppino sintomi,” ha aggiunto Murray.
Man mano che la scienza continua a svelare le connessioni nascoste tra corpo e cervello, comprendere il ruolo del grasso viscerale potrebbe rivelarsi cruciale nella lotta contro la forma di demenza più comune al mondo.