Valentina Matviyenko, la presidente del Consiglio della Federazione della Russia, ha suggerito che i colloqui di pace tra Russia e Ucraina potrebbero riprendere nel 2025, quando il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump assumerà l’incarico. In un’intervista al giornale pro-Cremlino Argumenty i Fakty, Matviyenko ha espresso una forte convinzione che la probabilità che i negoziati inizino nel 2025 sia più alta della possibilità che non si svolgano affatto.
“La probabilità di un vero tentativo di avviare tali negoziati e incontri nel 2025 è molto più alta della probabilità che non venga fatto alcun tentativo,” ha dichiarato Matviyenko, offrendo una potenziale tabella di marcia per la ripresa del dialogo dopo anni di confronto militare. Nonostante questo ottimismo, ha sottolineato che la Russia non si accontenterà di accordi a breve termine, poco chiari o di congelamenti temporanei nei combattimenti, ribadendo che qualsiasi negoziazione deve mirare a soluzioni durature.
Dai primi mesi dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, non ci sono stati colloqui di pace significativi tra Mosca e Kiev. Questo stallo continuo si verifica mentre le forze russe continuano il loro assalto all’Ucraina, con poche speranze di una svolta diplomatica sotto l’attuale amministrazione statunitense. I commenti di Matviyenko evidenziano l’interesse del governo russo ad aprire negoziati ma sottolineano anche le complesse dinamiche in gioco, in particolare con il passaggio dal presidente Joe Biden al presidente eletto Donald Trump nel gennaio 2025.
Trump, noto per la sua posizione volta a cercare una rapida conclusione del conflitto, ha sollevato preoccupazioni sul fatto che potrebbe spingere l’Ucraina ad accettare condizioni favorevoli alla Russia, potenzialmente minando la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. I commenti di Matviyenko suggeriscono che la Russia considera il cambiamento nella leadership statunitense come un fattore chiave nel plasmare il futuro dei negoziati di pace. Ha sottolineato che i negoziati richiederanno una forte leadership e chiarezza da tutte le parti, in particolare dalle potenze occidentali coinvolte nel supporto all’Ucraina.
In risposta alle recenti escalation, inclusa l’approvazione da parte degli Stati Uniti per l’Ucraina di utilizzare missili ATACMS a lungo raggio per colpire all’interno del territorio russo, Matviyenko ha accusato l’amministrazione Biden e quello che ha definito “stato profondo” di tentare di ostacolare qualsiasi potenziale colloquio di pace. Ha sostenuto che tali azioni non fossero favorevoli alla diplomazia e avrebbero complicato le possibilità di una risoluzione pacifica.
Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che il suo paese non parteciperà a colloqui di pace a meno che non ci siano chiare garanzie di sicurezza da parte della NATO e un aumento del supporto militare. I suoi commenti riflettono la tensione continua tra operazioni militari e sforzi diplomatici, con l’Ucraina che richiede garanzie più forti prima di accettare qualsiasi negoziazione.
Le minacce della Russia di intensificare il conflitto, inclusa la potenziale utilizzazione del suo nuovo missile Oreshnik contro gli edifici governativi ucraini, complicano ulteriormente il panorama diplomatico. Matviyenko ha inquadrato queste minacce come messaggi strategici rivolti a gruppi specifici che influenzeranno le future decisioni politiche negli Stati Uniti e a livello globale dopo il cambiamento di leadership.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, tuttavia, è rimasto concentrato sugli obiettivi militari in corso, affermando che l’operazione militare speciale della Russia è in corso e che la Russia intende tutelare i propri interessi e raggiungere i propri obiettivi. Questo sottolinea il divario tra la posizione intransigente della Russia e le richieste della comunità internazionale per la pace e la stabilità.
Mentre il mondo osserva da vicino, la transizione presidenziale negli Stati Uniti del 2025 sembra essere un punto cruciale per il futuro del conflitto in Ucraina. Se i colloqui di pace si svolgeranno davvero—e quali condizioni comporteranno—resta da vedere.